I pericoli dentro un bicchiere d’acqua
Centinaia di migliaia di frammenti di plastica possono arrivare nelle nostre cellule, nel nostro sangue e nel cervello, bevendo semplicemente un bicchiere d’acqua.
Questo è l’allarme che lancia uno studio comparso sulla rivista statunitense Pnas, che evidenzia come, all’interno delle bottiglie d’acqua in plastica comunemente in commercio, siano presenti fino a cento volte microplastiche in più di quanto calcolato in precedenza.
Ma scendiamo più nel dettaglio parlando di Cromo Esavalente, Microplastiche, PFAS e molto altro ancora
Il Cromo Esavalente è un elemento pericoloso e classificato cancerogeno (AIRC classe I) ma in passato raramente monitorato, e difficilmente riscontrabile esaminando anche i dati di archivio delle analisi effettuate sull’acqua destinata al consumo umano. Nonostante infatti siano noti episodi di contaminazione da Cromo Esavalente nell’acqua destinata al consumo umano, nei siti web dei gestori del Sistema Idrico Integrato, generalmente, tale parametro non compare nel set analitico di riferimento.
Le microplastiche sono una realtà con cui pare si stia inconsapevolmente convivendo da anni. È un dato ufficialmente documentato. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista già citata Pnas, ha infatti tristemente segnalato come l’acqua in bottiglia può contenere centinaia di migliaia di minuscoli pezzetti di plastica, anche fino a cento volte più di quanto calcolato in precedenza. L’analisi è stata possibile grazie a una nuova tecnica microscopica che ha messo in evidenza questo mondo di frammenti invisibili che – come avvertono i ricercatori – possono passare nel sangue, nelle cellule e nel cervello.
Cosa troviamo nell’acqua che beviamo e che usiamo per cucinare?
Uno studio rivela come, i 7 tipi di plastica trovati in acqua imbottigliata in plastica, rappresentino solo il 10% circa di tutte le nanoparticelle trovate nei campioni, e gli esperti non hanno idea di cosa sia il resto!
“Cosa stiamo bevendo esattamente? Cosa c’è nell’acqua che usiamo per cucinare?” La domanda è oggi, più che mai, lecita e doverosa.
Sfatiamo, quindi, alcuni luoghi comuni e diventiamo custodi della nostra salute!
“L’acqua in bottiglia è di migliore qualità”
Per poter confermare questa affermazione possiamo solo rivolgerci alla normazione.
Qui entra in gioco la Direttiva (UE) 2020/2184 sulla qualità delle acque potabili in Italia, che affronta anche la questione delle microplastiche, riconoscendole come una delle più dannose minacce anche ambientali. La Direttiva, in particolare, sottolinea l’importanza del monitoraggio e della prevenzione delle microplastiche nell’acqua potabile. Al momento però, non esiste un protocollo ufficiale universalmente accettato per identificarle e quantificarle. A tale scopo, la Commissione Europea si propone di sviluppare entro il 2024 una metodologia per il loro monitoraggio nelle acque destinate al consumo umano. Questo consentirà di includere le microplastiche nella “Watch List” della commissione europea, un registro di controllo che identifica sostanze emergenti con potenziale rischio per i consumatori quando presenti nelle acque potabili.
Fino a quel momento … l’affermazione citata in precedenza è e rimane solo un luogo comune.
Le PFAS
Le PFAS, ovvero le sostanze perfluoroalchiliche, sono un gruppo di sostanze chimiche artificiali prodotte e utilizzate in tutto il mondo in vari settori industriali. L’esposizione a queste sostanze chimiche può provocare effetti nocivi sulla salute e l’uomo può essere esposto ai PFAS in vari modi, per esempio tramite i cibi o l’acqua potabile (fonte EFSA – Autorità europea per la sicurezza alimentare).
Ma quanto sono pericolose per l’uomo?
I bambini piccoli ma anche quelli più grandi sono le fasce di popolazione maggiormente esposte, affermano gli scienziati dell’ l’EFSA, e l’esposizione durante la gravidanza e l’allattamento al seno è il principale fattore che contribuisce alla presenza di PFAS nei neonati.
Dai risultati di ultimi studi scientifici, sperimentali ed epidemiologici, l’EFSA ha indicato un aumento dei livelli di colesterolo nell’uomo, e altri studi hanno mostrato alterazioni a livello di fegato e tiroide, del sistema immunitario e riproduttivo, e alcuni tipi di neoplasie. L’esposizione maggiore avviene attraverso ciò che mangiamo e beviamo.
Cosa possiamo fare per proteggerci?
Esattamente come proteggiamo la nostra pelle dai raggi UV con creme solari ad alta filtrazione, proteggiamo il nostro organismo bevendo acqua erogata da impianti che la depurano.
Per l’abbattimento nelle acque potabili del cromo, e in particolare del Cr(VI), il sistema di filtrazione ad osmosi inversa inserito nei depuratori Decalacque è efficace e consolidato.
Decalacque è una realtà specializzata nel trattamento delle acque a 360° e con i suoi impianti a osmosi inversa (processo utilizzato per rimuovere impurità dall’acqua dell’ultimo miglio, inclusi batteri, microplastiche e PFAS), permette al consumatore di avere, direttamente dal rubinetto, acqua pura e priva di elementi tossici e dannosi per la salute e, non da ultimo, benefici anche per il portafoglio
Ciò che ti consigliamo dunque non è di affidarti al caso o a luoghi comuni… affidati a chi di acqua se ne intende!